Quantcast
Channel: Serialmente » Luke Wilson
Viewing all articles
Browse latest Browse all 24

Enlightened – 2×06 – All I Ever Wanted

$
0
0

Abbiamo imparato a conoscere Amy, le sue ossessioni e la sua superficialità, il suo egoismo e la sua ingenuità; abbiamo imparato a decifrare le sue visioni del mondo, che cambiano con la velocità di un abbaglio. E una visione del mondo in cui immergersi è tutto per Amy: una fede cui consacrarsi, una dimensione, possibilmente già predisposta da qualcun altro, cui adattarsi.

Così, in questa stagione segnata dall’agire oltre che dalla riflessione, “All I Ever Wanted” è l’episodio in cui tutto sembra concretizzarsi: la missione attuale di Amy ma anche quella più remota, la guarigione di Levi. Col rischio che le due realtà cozzino fragorosamente tra loro.

“A life engaged, a love not selfish or closed. Someone to believe in”

“Qualcuno” in cui credere, non più solo “qualcosa”. Un essere umano, un compagno di vita, un soulmate con cui condividere il nuovo. Per la prima volta i pensieri di Amy trovano riscontro nei fatti, e tassello dopo tassello lo schema in costruzione di Amy si plasma, e gli effetti delle azioni sue e dei suoi -consenzienti o meno- sodali, prendono forma. Così appare naturale e oltremodo piacevole condividere l’entusiasmo e il trionfo con qualcuno: non importa per ora quanto intenso sia l’interesse di Jeff per Amy; lei intanto può godersi il suo posto nella tana dell’intellettuale, tra Noam Chomsky e tracce di viaggi marchiati col timbro di “cosa buona e giusta”.

Amy galleggia nel suo circolo virtuoso di tempismo, testardaggine e fortuna, inglobando la commovente felicità di Tyler ed Eileen (e ignorando le proteste di lui, ancora timide, ma per quanto?), osservando la realtà adattarsi finalmente ai suoi occhi. “Things are gonna change soon”, dice alla madre; e mentre si proietta verso un cambiamento che sembra pronto ad accoglierla, ecco l’incidente di percorso che arriva da un’altra vita, quella a cui Amy adesso pensa molto meno, ma che sappiamo toccare corde scoperte alle quali è impossibile restare indifferenti.

Suonano alla porta, e invece che Jeff in anticipo sull’appuntamento, è Levi ripulito, in ritardo di qualche anno. Amy non gli crede, memore di quella lettera rancorosa e dura, strappata di nascosto con rabbia e gettata nel cestino assieme alle sue speranze di salvatrice; ma è travolta dalle nuove parole di Levi, dalla sua altra lettera (che chiudeva “Higher Power”) e dalle sue ragioni, tra le strade pulite e i giardini del quartiere in cui giocano i bambini, diapositiva di quella vita cinicamente inquadrata da Jeff nella triade “dogs, kids and christmas trees”. Eppure, incredula e arrabbiata, trova la forza di negare un reboot del loro matrimonio, mentre monta in lei un terremoto emotivo imprevedibile nella sua intensità.

Amy si trova persa tra l’agognata revisione del suo stesso passato attesa per tanto tempo, e l’assaggio di un futuro possibile aperto al mondo, all’esterno, già sufficientemente predisposto da risultare accogliente: quanto di più simile ad una reale cura le sia capitato finora.

Con quell’attacco di panico e quel pianto si torna di botto all’essenziale, alla pura reazione senza costrutti mentali, senza incasellamenti con cui leggere il mondo secondo immagini abbellite. Amy si trova ad affrontare un nuovo contraccolpo che non aveva previsto, e con lei c’è solo Helen, quella madre che si rifiuta di capire -come ancora nella scena della cena, con le sue domande di natura esclusivamente pratica: “I don’t understand. Do you have a new boyfriend or what?”. Helen che è un muro di gomma impenetrabile, ma che in questa occasione si impone ed impone le uniche parole e l’unico gesto necessario, prima esitante, poi deciso, come se qualcosa si spezzasse: “it’s going to be ok”.  Una scena meravigliosa che ribadisce la grandezza di Enlightened e il suo miracoloso equilibrio tra scrittura e scena, tra parole e silenzi, tra espressioni e gesti: carica di tutta la complessità di questo rapporto madre-figlia finora caratterizzato da una tranquilla incomunicabilità, che qui riecheggia nei movimenti di entrambe, nel chiudersi di Amy (di spalle alla madre, come è di spalle a  Levi mentre legge la lettera), nei gesti bloccati di Helen, che ha quasi paura di toccare la pelle della figlia.

Mai come in questo episodio abbiamo visto la vita di Amy intrecciarsi a quella degli altri senza che sia lei a spingere come un carro armato contro cose e persone. E allo stesso tempo “All I Ever Wanted” spoglia la protagonista e la espone in tutta la sua insicurezza, prendendosi il tempo di accumulare un’inedita potenza per farla esplodere tutta insieme. Ancora una volta, sorprendente.

Note:

  • Dirige l’episodio mister Todd Haynes, non proprio l’ultimo arrivato: forse vi ricorderete di lui per Lontano dal paradiso, Io non sono qui e Mildred Pierce. Ma non c’è una puntata di Enlightened in cui la regia non sia perfetta.
  • Immancabile l’ironia sulla percezione sovradimensionata di Amy: dal letto di Jeff, guarda ammirata il poster di John Lennon e Yoko Ono, ovviamente proiettandovi se stessa e il giornalista.

 

 

L'articolo Enlightened – 2×06 – All I Ever Wanted sembra essere il primo su Serialmente.


Viewing all articles
Browse latest Browse all 24

Latest Images

Trending Articles